Riferimenti normativi
NORMATIVA: REGOLAMENTO DELLE AREE ATTREZZATE DAL COMUNE DI ASTI PER DEI NOMADI. (Approvato con D.C.C. n. 53 del 18/9/2000)
Art. 1 - II Comune di Asti realizza e gestisce tre aree attrezzate per la sosta dei Nomadi.
I campi oggi esistenti possono ospitare gli attuali nuclei familiari residenti in Asti da almeno cinque anni.
Art. 2 - Le piazzole vengono assegnate ai nuclei familiari di cui deve essere individuato un capofamiglia ed i vari componenti. Questi assumono domicilio o residenza anagrafica con riferimento alla piazzola assegnata.
Art. 3 - Le piazzole sono assegnate con atto amministrativo del Comando Polizia Municipale a nome del capofamiglia alle seguenti condizioni:
1.versamento di un canone di concessione di €. 25,82 mensili per ogni piazzola occupata;
2.deposito di una cauzione di €. 77,47 al momento del rilascio della concessione, cauzione che dovrà essere reintegrata secondo quanto riportato dal successivo art. 9 comma b;
3.pagamento da parte di ogni nucleo familiare del consumo di acqua potabile in ragione del numero delle persone presenti nel nucleo stesso;
4.pagamento della TARSU come da vigenti disposizioni di legge e regolamenti comunali.
Art. 4 - Il capofamiglia assegnatario ed i componenti del suo nucleo familiare non possono essere proprietari di abitazioni, ne' assegnatari di altre piazzole in campi nomadi nel Comune di Asti. All'atto di richiesta della concessione il capofamiglia deve attestare nelle forme di legge questa circostanza al Settore Servizi Sociali.
Art. 5 - II capofamiglia assegnatario ed i suoi familiari - che non siano cittadini della - Comunità Europea devono essere in possesso di regolare permesso di soggiorno e non devono aver subito provvedimenti di espulsione dallo Stato Italiano.
Periodicamente, con frequenza quindicinale, saranno effettuate, da parte del Comando di Polizia Municipale, verifiche relativamente alle presenze nei campi, con particolare attenzione alla validità dei permessi di soggiorno. Di tali verifiche sarà redatto apposito elenco con identificazione individuale.
Art. 6 - L'assegnazione viene riconosciuta ai Nomadi residenti nel Comune di Asti o già di fatto presenti stabilmente nei campi del Comune di Asti da almeno cinque anni.
Art. 7 - In assenza dell'assegnazione, la sosta provvisoria nell'area attrezzata, deve essere autorizzata con provvedimento motivato, dal Sindaco, dietro segnalazione del Comando della Polizia Municipale.
La sosta di parenti nell'area attrezzata è consentita nell'ambito della piazzola assegnata e deve essere preventivamente autorizzata dalla Polizia Municipale e comunque entro e non oltre 24 ore dall'arrivo. Non potrà protrarsi oltre DIECI giorni salvo casi particolari che saranno valutati di volta in volta.
Lo stesso Comando dispone ed esegue lo sgombero di chi non risulti assegnatario e non sia stato autorizzato alla sosta provvisoria.
Art. 8 - I Campi Nomadi vengono gestiti dal Settore Servizi Sociali in collaborazione con un comitato composto da cinque o più capifamiglia designati dagli assegnatari per ciascun gruppo etnico, o, in mancanza di designazione, individuati dal suddetto Settore.
Le Associazioni di Volontariato accreditate sono autorizzate a collaborare con attività dirette o con contributi propositivi.
Art. 9 - La gestione comporta a carico dei settori comunali secondo le rispettive competenze:
1.il controllo delle attrezzature e del funzionamento degli impianti dei Campi Nomadi, le manutenzioni, le sostituzioni e le riparazioni dei guasti e dei danneggiamenti dolosi o colposi; la verifica che gli assegnatari siano correttamente collegati e paghino i consumi di acqua potabile;
2.1'amministrazione del fondo costituito coi depositi cauzionali di cui all'art. 3 ;del presente Regolamento, il suo utilizzo per eventuali spese riferite a sostituzioni e/o riparazioni dei guasti dovuti a danneggiamenti dolosi e colposi, con integrazione di tale deposito cauzionale a carico degli assegnatari;
3.il controllo e l'aggiornamento dell'elenco dei nuclei familiari assegnatari o in sosta provvisoria nei Campi Nomadi;
4.ogni attività diretta a garantire l'osservanza del presente Regolamento, e più in generale il mantenimento della pulizia dei campi, il corretto deposito e smaltimento dei rifiuti, la normale convivenza nei termini previsti dalle leggi vigenti in quanto a rumori ed emissioni sonore, la tenuta di animali in conformità al regolamento comunale in materia.
Art. 10 - I comitati di gestione costituiti dai capifamiglia di cui all'art. 8 dovranno sempre essere informati degli interventi di gestione di cui ai punti a), b) e d) del precedente articolo con la comunicazione di un ordine del giorno scritto delle questioni in esame; dovranno essere convocati per le riunioni che potranno essere tenute nello stesso Campo Nomadi o altrove; dovranno essere sentiti dal competente Settore Comunale per un parere consultivo su questi argomenti, nonché su ogni caso contemplato nel seguente art. 11, quando il Settore intenda adottare o far adottare provvedimenti.
Art. 11 - E' espressamente vietato, e può comportare la revoca dell’assegnazione della piazzola e l'immediato allontanamento dai Campi Nomadi:
1.ogni costruzione o posa di strutture fisse o precarie non spressamente autorizzate secondo i termini di legge;
2.ogni atto di danneggiamento o sottrazione di impianti o attrezzature dei Campi Nomadi;
3.ogni improprio collegamento ed indebita utilizzazione di energia elettrica o acqua potabile;
4.bruciare qualsiasi materiale a fiamma libera;
5.qualsivoglia atto che ponga in pericolo l'incolumità degli bitanti dei campi;
6.il mancato versamento, malgrado espressa diffida, del canone di oncessione, del deposito cauzionale, la sua mancata integrazione i sensi dell'art. 9 lett. b) del presente regolamento.
L'allontanamento verrà eseguito con le stesse modalità e tempi procedurali adottati, per il rilascio degli alloggi di proprietà comunale.
1.il deposito all’interno dei campi di materiali attinenti l’attività lavorativa svolta;
2.ogni violazione delle disposizioni del presente regolamento rappresentata da comportamenti contrari alla civile e pacifica convivenza nel campo.
Art. 12 - II Comune ritiene essenziale la frequenza scolastica dei bambini dei campi nomadi in età scolare, per favorirne la formazione e l'inserimento nella società.
Inoltre ritiene assolutamente controproducente per questa formazione ed inserimento l'avvio dei bambini dei campi nomadi, ed in generale dei minori, ad attività di accattonaggio.
Pertanto i genitori e gli adulti responsabili dei minori devono attivarsi per consentire la frequenza scolastica, ed astenersi dall'avviarli ad attività di accattonaggio.
In caso contrario il Comune si riserva la facoltà di revocare l'assegnazione della piazzola e disporre il conseguente allontanamento dai Campi Nomadi di chi non provveda per la frequenza scolastica di figli e minori in età scolare, e di chi li avvii ad attività di accattonaggio.
Al di fuori di queste ipotesi, anche l'attività di accattonaggio con molestia aile persone, svolta da uno o più componenti del nucleo familiare, può motivare 1 revoca dell'assegnazione della piazzola e l'allontanamento dai Campi Nomadi;
I casi previsti dagli artt. 11 e 12 sottoposti a giudizio di revoca saranno preventivamente vagliati dalla commissione consiliare competente che ha parere consultivo.
Art. 13 - La Polizia Municipale e' incaricata della vigilanza d'iniziativa e su segnalazione del Settore Servizi Sociali, e più in generale provvede a dare esecuzione ai provvedimenti disposti.
Normativa: Legge regionale 10 giugno 1993, n. 26
Interventi a favore della popolazione zingara.
(B.U. 16 giugno 1993, n. 24)
Il Consiglio regionale ha approvato.
Il Commissario del Governo ha apposto il visto.
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
promulga
la seguente legge:
Art. 1.
(Tutela della popolazione zingara)
1. La Regione Piemonte, con la presente legge, disciplina gli interventi a favore delle popolazioni zingare allo scopo di salvaguardarne l'identita' etnica e culturale e facilitarne, nel rispetto della reciproca conoscenza e convivenza, il progressivo inserimento nella comunita' regionale.
2. La Regione Piemonte riconosce pertanto ai gruppi zingari il pari diritto al nomadismo e alla stanzialita' ed a tal fine si propone di rispettare e garantire le loro libere scelte in ordine a tali possibili opzioni.
3. La Regione, i Comuni, i loro Consorzi e le Comunita' Montane, nel rispetto della legislazione italiana ed in conformita' con le norme e con i trattati internazionali, in materia di soggiorno e di libera circolazione di cittadini stranieri e apolidi, promuovono azioni presso le altre Amministrazioni pubbliche competenti e presso le rappresentanze diplomatiche degli Stati interessati al fine di favorire il dirimersi di eventuali questioni concernenti l'ingresso ed il soggiorno in Italia di zingari stranieri e apolidi.
4. Ai fini della presente legge il termine zingaro si intende comprensivo di tutti i gruppi Sinti e Rom.
Art. 2.
(Destinatari degli interventi)
1. Per assicurare il diritto al nomadismo ed alla stanzialita' degli zingari all'interno del territorio regionale vengono erogati, da parte della Regione, finanziamenti finalizzati all'attuazione della presente legge.
2. Destinatari di tali finanziamenti sono i Comuni, i loro Consorzi, le Comunita' Montane, in rapporto agli interventi da operare nei territori di competenza, gli Enti, le associazioni e gli organismi pubblici e privati che operino con il coinvolgimento degli utenti zingari, per l'attuazione di progetti di formazione professionale, culturale, educativa e di scolarizzazione dell'obbligo e per il conseguimento di titoli di studio utili a valorizzare le attivita' lavorative tipiche degli zingari.
Art. 3.
(Aree attrezzate per gli zingari)
1. I Comuni, i Consorzi di Comuni e le Comunita' Montane provvedono alla realizzazione di aree di sosta attrezzate per gli zingari.
2. Le aree vanno considerate, su richiesta degli interessati, quale domicilio o residenza dello zingaro.
3. Gli abitanti previsti nelle suddette aree vengono conteggiati nella determinazione della capacita' insediativa residenziale nel Piano Regolatore Generale Comunale ai sensi della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, art. 20 e successive modificazioni ed integrazioni.
Art. 4.
(Aree di sosta attrezzate)
1. L'area di sosta attrezzata, localizzata in zona di facile accesso ai servizi pubblici essenziali, deve avere le seguenti caratteristiche:
a) ampiezza non inferiore ai duemila metri quadrati e non superiore ai quattromila metri quadrati;
b) la superficie utile di ogni piazzola per singola famiglia deve essere minimo di centoventi metri quadrati.
2. L'area attrezzata di sosta dovra' essere dotata delle seguenti attrezzature minime:
a) due blocchi di servizi igienici, docce, fontane e lavatoi, collegati alla rete fognaria e idrica;
b) illuminazione collegata alla rete pubblica;
c) impianto per l'allacciamento per l'energia ad uso privato;
d) struttura coperta polivalente, anche idonea all'attivita' lavorativa e di animazione, con collegamenti alla rete di energia elettrica;
e) contenitori per rifiuti solidi urbani all'interno dell'area ed all'esterno, idonei all'asporto operato dal servizio pubblico di raccolta;
f) cabina telefonica;
g) area giochi attrezzata.
3. Gli zingari che intendessero sostare nel campo dovranno fornire all'Amministrazione comunale le proprie generalita'.
4. I Comuni che, per la realizzazione delle aree, non potranno attenersi motivatamente alle dimensioni di cui all'articolo 4, comma 1, dovranno presentare esplicita richiesta di deroga alla Amministrazione Regionale che valutera' nel merito dei motivi addotti e fissera' i limiti minimi comunque inderogabili.
5. I Comuni, sul cui territorio sono gia' presenti aree di sosta attrezzate per la popolazione zingara, potranno presentare domanda alla Regione per accedere ai contributi previsti dalla legge al fine di adeguare le strutture alla normativa di cui al presente articolo.
6. L'ubicazione dell'area attrezzata dovra' comunque essere indicata in modo da evitare qualsiasi forma di emarginazione dal tessuto urbano e dovra' essere quindi tale da facilitare l'accesso degli utenti ai servizi pubblici e la loro partecipazione alla vita sociale.
Art. 5.
(Regolamento per il funzionamento delle aree attrezzate)
1. Il coordinamento, la gestione e la manutenzione nonche' la determinazione dei criteri di assegnazione delle singole piazzole, saranno attuati, in base a specifici regolamenti comunali, redatti con il coinvolgimento degli utenti, dai Comuni, dai loro Consorzi, dalle Comunita' Montane, o mediante convenzioni, da associazioni, enti ed organismi di volontariato che operino senza fini di lucro.
2. I Comuni, i loro Consorzi e le Comunita' Montane dovranno inoltre prevedere forme di autogestione delle aree attrezzate e le modalita' per la registrazione delle generalita' degli zingari che intendono fissare la propria dimora nelle aree attrezzate.
3.I Comuni, i Consorzi e le Comunita' Montane, per la stesura dei regolamenti e delle convenzioni di cui al comma 1, si avvalgono del parere della Consulta di cui all'articolo 9.
4. Nelle aree di cui all'art. 4 devono essere garantite, a cura dell'U.S.S.L. (Unita' Socio Sanitaria Locale) competente per territorio, costante vigilanza e regolare assistenza sanitaria, avviando sistematicamente misure di medicina preventiva e di educazione igienico sanitaria e alimentare.
5. Le indicazioni e i regolamenti affissi all'interno delle aree devono essere redatti anche in lingua romanes e/o nelle altre lingue parlate dai gruppi presenti.
Art. 6.
(Abitazioni stabili)
1. Per favorire l'accesso alla casa da parte delle famiglie zingare che preferiscono scegliere la vita sedentaria, i Comuni, i loro Consorzi, le Comunita' Montane adottano le opportune iniziative in tema di edilizia sovvenzionata e di assegnazione di alloggi di edilizia popolare e comunale sulla base della legislazione vigente e delle misure e degli interventi previsti dal Fondo Sociale Europeo, come pure secondo quanto specificatamente previsto dal Fondo di ristabilimento del Consiglio d'Europa.
2. La Giunta Regionale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge definisce, con propria delibera, le modalita' con cui rendere effettivo l'accesso alla casa degli zingari.
Art. 7.
(Istruzione e formazione professionale)
1. I Comuni, i loro Consorzi, le Comunita' Montane promuovono iniziative per favorire l'inserimento dei minori appartenenti ai gruppi zingari nella scuola e per agevolare l'istruzione permanente degli adulti, in forme compatibili e nel rispetto della cultura zingara, in accordo con i competenti uffici periferici del Ministero della Pubblica Istruzione, nello spirito della normativa regionale sul diritto allo studio.
2. Gli stessi Enti Locali e gli Enti gestori di attivita' di formazione o di riconversione professionale promuovono altresi' iniziative di formazione professionale, aventi preferibilmente per contenuto sia le forme di lavoro e di artigianato tipico della cultura degli zingari, sia nuove attivita' lavorative consone alle attitudini degli zingari stessi.
Art. 8.
(Attivita' commerciali e artigiane)
1. La Regione Piemonte realizza iniziative di sostegno all'artigianato e al commercio dei prodotti tipici della cultura della popolazione zingara, nonche' iniziative di sostegno per l'inserimento degli zingari nel mondo del lavoro per i mestieri legati al nomadismo.
2. I Comuni, i loro Consorzi, le Comunita' Montane, nonche' gli Enti pubblici e privati operanti nei campi della cooperazione e della promozione, possono presentare alla Giunta Regionale progetti annuali o poliennali con le finalita' di cui al comma 1.
3. Gli Enti di cui al comma 2 promuovono iniziative volte a creare le condizioni necessarie affinche' gli zingari possano conseguire le certificazioni e le licenze per l'esercizio delle attivita' produttive commerciali e dello spettacolo, nonche' per la concessione delle aree di vendita nei mercati o nelle fiere e per l'esercizio di circhi, spettacoli viaggianti e di parchi di divertimento.
Art. 9.
(Consulta Regionale per la tutela della popolazione zingara)
1. E' istituita presso la Giunta Regionale la Consulta regionale per la tutela della popolazione zingara. Essa e' composta da:
a) il Presidente della Giunta Regionale o un Assessore da lui delegato, con funzione di Presidente;
b) tre membri designati dal Consiglio Regionale di cui uno della minoranza;
c) due rappresentanti dei Comuni piemontesi designati dall'A.N.C.I. scelti tra i Comuni che abbiano realizzato aree attrezzate funzionanti;
d) un rappresentante delle UU.SS.SS.LL. sede di area attrezzata designato dal Presidente della Giunta Regionale;
e) cinque rappresentanti, tra i quali deve essere garantita la presenza degli zingari, delle associazioni aventi per fini statutari la tutela della cultura zingara.
2. La Segreteria della Consulta e' assicurata da un funzionario regionale designato dall'Assessore competente per materia.
3. La Consulta Regionale, nella sua normale attivita', puo' avvalersi inoltre della partecipazione di rappresentanti dei gruppi zingari presenti sul territorio piemontese designati, in relazione alle diverse esigenze di lavoro della Consulta, dalle associazioni di tutela degli zingari.
4. La Consulta resta in carica per la durata della legislatura regionale e viene rinnovata entro quattro mesi dall'insediamento del Consiglio Regionale.
Ai componenti della Consulta Regionale spettano i compensi previsti dalla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33.
Art. 10.
(Compiti della Consulta Regionale)
1. La Consulta Regionale per la tutela della popolazione zingara ha i seguenti compiti:
a) proporre studi ed attivita' informativa sul fenomeno del nomadismo nella vita sociale della regione e sulle condizioni di vita e di lavoro degli zingari;
b) esprimere pareri consultivi e di orientamento sulle proposte di leggi regionali che riguardino direttamente o indirettamente gli zingari;
c) esprimere parere sullo stato di attuazione, nell'ambito del territorio regionale, delle norme comunitarie, statali e regionali volte a garantire l'effettivo esercizio dei diritti civili e politici delle popolazioni zingare presenti, in qualsiasi momento, nel territorio regionale;
d) esprimere parere sugli atti amministrativi di maggiore rilevanza adottati in attuazione della presente legge;
e) predisporre il regolamento e la convenzione tipo di cui all'articolo 5 con particolare riferimento a:
1) l'osservanza dei regolamenti della vita del campo;
2) il coordinamento con gli uffici comunali;
3) l'educazione sanitaria;
4) la prevenzione dei rischi in materia di igiene;
5) l'assistenza sanitaria agli aventi diritto all'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale;
6) il coordinamento con le scuole frequentate dagli zingari sedentari;
7) il coordinamento con il servizio sociale dell'Ufficio per la Giustizia Minorile (prevenzione e pena) competente per territorio, per assicurare tutela ed assistenza a coloro che siano soggetti a provvedimenti dell'autorita' giudiziaria;
8) ogni utile informazione agli zingari.
Art. 11.
(Contributi)
1. Per le iniziative e le attivita' previste dalla presente legge, la Giunta Regionale prevede l'erogazione di contributi, fino a un massimo del cinquanta per cento della spesa ritenuta ammissibile, dando priorita' agli Enti ed Associazioni che utilizzano fondi C.E.E. (Comunita' Economica Europea) e altre forme di finanziamento.
2. Entro sessanta giorni dalla entrata in vigore della presente legge, la Giunta Regionale individua i criteri per l'ammissibilita' all'erogazione dei contributi e per il riparto degli stessi.
Art. 12.
(Domande di contributo)
1. Ai fini dell'assegnazione dei contributi di cui all'articolo 11, i Comuni, i loro Consorzi, le Comunita' Montane interessati, gli Enti che operano nell'ambito della tutela e della valorizzazione dell'identita' etnica e della cultura degli zingari, nonche' gli Enti abilitati alla formazione professionale, devono presentare la relativa domanda entro il 30 settembre di ciascun anno.
2. Alla domanda devono essere allegati, in quanto ad essa riferiti:
a) il progetto delle aree di cui agli articoli 4 e 6 con annessi relazione tecnica e preventivo di spesa;
b) preventivo della spesa relativa alla gestione e manutenzione delle aree di cui alla lettera a);
c) progetto/progetti di iniziative di scolarizzazione, istruzione, formazione professionale, con annesso preventivo di spesa;
d) per i progetti di cui agli articoli 7 e 8 gli Enti interessati devono produrre un programma di massima relativamente all'azione pluriennale ed un progetto dettagliato con relativo preventivo di spesa per le iniziative dell'anno in questione.
3. Entro il 30 novembre di ciascun anno la Giunta Regionale, sentita la Commissione consiliare competente, delibera il programma di riparto dei contributi.
Art. 13.
(Norme finanziarie)
1. Per l'attuazione degli interventi settoriali di cui alla presente legge, gestiti direttamente dagli Assessorati competenti nelle rispettive materie, saranno istituiti con legge regionale, ove necessario, nel bilancio di previsione per gli anni finanziari 1993 e successivi, specifici capitoli.
2. Per l'attuazione di studi, indagini, ricerche si provvedera' con i fondi iscritti negli stati di previsione della spesa dei relativi anni, in applicazione della legge regionale 25 gennaio 1988, n. 6 e successive modificazioni.
3. Alle spese di funzionamento della Consulta Regionale per la tutela della popolazione zingara si provvedera' ai sensi della L.R. n. 33/76.
4. Per l'erogazione ai Comuni, Consorzi, Comunita' Montane, di contributi per la realizzazione degli interventi di cui agli articoli 4, 6, 7 e 8 si provvede, per l'esercizio 1993, tramite l'istituzione di apposito capitolo di bilancio avente la seguente denominazione: "Interventi a favore della popolazione zingara" e con la dotazione che verra' stabilita in sede di predisposizione del bilancio di previsione per l'anno 1993.
5. Per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente legge la Regione e gli Enti locali possono avvalersi altresi' di eventuali contributi o finanziamenti statali e/o comunitari.
6. Il Presidente della Giunta Regionale e' autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 14.
(Norme di prima applicazione)
1. In sede di prima applicazione della presente legge, le domande di cui all'articolo 12 devono essere presentate entro sessanta giorni dalla data della sua entrata in vigore; entro i successivi sessanta giorni la Giunta regionale delibera il programma di riparto dei contributi.
La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte.
Data a Torino, addi' 10 giugno 1993
Gian Paolo Brizio